Pagine

venerdì 15 marzo 2013

Time




Devouring Time , blunt thou the lion’s paws,
And make the earth devour her own sweet brood;
Pluck the keen teeth from the fierce tiger’s jaws,
And burn the long-lived Phoenix in her blood;
Make glad and sorry seasons as thou fleet’st,
And do whate’er thou wilt, swiftfooted Time ,
To the wide world and all her fading sweets.
But I forbid thee one most heinous crime:
O, carve not with thy hours my love’s fair brow,
Nor draw no lines there with thy antique pen;
Him in thy course untainted do allow
For beauty’s pattern to succeeding men.
Yet do thy worst,old Time; despite they wrong,
My love shall in my verse ever live young


Tempo divoratore, spunta le zampe al leone,
e fa’ divorare alla terra la sua dolce progenie;
strappa i denti aguzzi alle mascelle della feroce tigre
e brucia nel suo sangue la longeva Fenice;
crea liete e tristi stagioni mentre fuggi,
e fa’ tutto quello che vuoi, Tempo dal piede veloce,
al vasto mondo e a tutte le sue effimere dolcezze.
Ma io ti proibisco il crimine più orrendo:
oh, non incidere con le tue ore la bella fronte del mio amore
e non tracciarvi linee con la tua penna antica;
lui nel tuo assalto conservalo intoccato,
modello di bellezza per gli uomini a venire.
Ma fa’ del tuo peggio, vecchio Tempo: malgrado il tuo torto
Il mio amore vivrà nei miei versi giovane sempre

William Shakespeare, Sonnet 19