Devouring Time , blunt thou the lion’s paws,
And make the earth devour her own sweet brood;
Pluck the keen teeth from the fierce tiger’s jaws,
And burn the long-lived Phoenix in her blood;
Make glad and sorry seasons as thou fleet’st,
And do whate’er thou wilt, swiftfooted Time ,
To the wide world and all her fading sweets.
But I forbid thee one most heinous crime:
O, carve not with thy hours my love’s fair brow,
Nor draw no lines there with thy antique pen;
Him in thy course untainted do allow
For beauty’s pattern to succeeding men.
Yet do thy worst,old Time; despite they wrong,
My
love shall in my verse ever live young
Tempo
divoratore, spunta le zampe al leone,
e
fa’ divorare alla terra la sua dolce progenie;
strappa
i denti aguzzi alle mascelle della feroce tigre
e
brucia nel suo sangue la longeva Fenice;
crea
liete e tristi stagioni mentre fuggi,
e
fa’ tutto quello che vuoi, Tempo dal piede veloce,
al
vasto mondo e a tutte le sue effimere dolcezze.
Ma
io ti proibisco il crimine più orrendo:
oh,
non incidere con le tue ore la bella fronte del mio amore
e
non tracciarvi linee con la tua penna antica;
lui
nel tuo assalto conservalo intoccato,
modello
di bellezza per gli uomini a venire.
Ma
fa’ del tuo peggio, vecchio Tempo: malgrado il tuo torto
Il mio amore vivrà nei miei
versi giovane sempre
William Shakespeare, Sonnet 19
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